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La scoliosi idiopatica dell’adolescenza: trattamento conservativo o chirurgico?

La valutazione clinica è di fondamentale importanza per il paziente poiché, insieme alla valutazione radiologica, permette il riconoscimento precoce di una scoliosi e la messa in atto di un adeguato trattamento, conservativo o chirurgico.
L’anamnesi è il primo passaggio per la valutazione del paziente e della scoliosi idiopatica dell’adolescenza.

  • Asimmetria delle spalle;
  • Asimmetria dei triangoli della taglia;
  • Eterometria degli arti inferiori;
  • Deviazioni della colonna sul piano frontale (scoliosi) e sagittale (ipercifosi o lordosi toracica);
  • Gibbo costale: facendo compiere al paziente una flessione anteriore del busto, mantenendo il capo chino, le braccia rilassate e le mani unite (test di Adams o “forward bending test”) si evidenzia così il gibbo, che è segni di rotazione vertebrale; nel caso di scoliosi non strutturate, al test di Adams non si evidenzia alcun gibbo;
  • Segni che possano far sospettare una diagnosi differente da quella di scoliosi idiopatica (es. macchie “cafè au lait” al tronco, espressione di neurofibromatosi; piede cavo, segno di una possibile patologia neurologica sottostante, come ad esempio lo Charcot Marie Tooth;

Trattamento conservativo

Il trattamento conservativo si basa principalmente sull’applicazione di busti ortopedici. L’obiettivo primario del trattamento ortesico è quello di contenere il peggioramento della scoliosi, mentre solo in rari casi è possibile ottenere una correzione della curva, che è generalmente parziale e viene progressivamente persa una volta dismesso il busto a fine crescita.

Fra i numerosissimi modelli esistenti, quelli dei quali si è generalizzata l’adozione sono soprattutto il Milwaukee, il Lionese e tutti i monovalva, come il Boston, lo Cheneau e il CLB.

Il Milwaukee può essere utilizzato per il trattamento di qualunque tipo di curva, ma è particolarmente indicato nel trattamento di scoliosi cervico-dorsali o dorsali prossimali, in quanto è l’unico busto che permette di applicare spinte al tratto toracico prossimale. La trazione viene esercitata tramite appoggi sulle creste iliache, sull’occipite e sul mento, mentre le forze laterali vengono esercitate tramite pelotte di forme e dimensioni diverse a seconda del livello anatomico della curva. E’ definito un busto “attivo”, in quanto il paziente è stimolato ad estendere il tronco per effetto del collare cervicale. Può essere utilizzato anche in pazienti molto giovani, in quanto non esercita effetto compressivo sulla gabbia toracica, evitando deformità secondarie.

Ha però un effetto lordosizzante sulla colonna, e trova quindi particolare indicazione nei casi di cifoscoliosi.

Il Lionese è costituito da una presa pelvica composta da due valve laterali, congiunte anteriormente e posteriormente da due montanti metallici, ai quali vengono fissate placche correttive posizionate in rapporto alla caratteristica della scoliosi.
Non ha l’effetto attivo del busto Milwaukee, ma esercita comunque un’ottima azione correttiva sulle curve scoliotiche. Esercitando però una compressione sul torace, non può essere utilizzato in pazienti molto giovani (Inoltre, non è in grado di controllare curve cervicodorsali.

Il Boston trova indicazione nel caso di scoliosi lombari, anche in età pediatrica. Ha però un effetto cifotizzante, ed il suo utilizzo va valutato in base all’assetto sagittale della colonna.

Lo Cheneau ha un impiego analogo al precedente ma, essendo più alto posteriormente, consente anche la contenzione di curve doppie lombari e dorsali.

Il CLB (Corsetto Lombare Bolognese), introdotto dal Professor Savini su modello del Boston Brace, ha come caratteristica principale quella di essere realizzato su calco ed agisce tramite un’azione correttiva a tre punti. È indicato nel trattamento di scoliosi lombari o toracolombari, anche in pazienti molto giovani, ma come il Boston brace ha effetto cifotizzante.

Tutti i corsetti, indipendentemente dalla tipologia, devono essere indossati tutti i giorni per un numero di ore che può variare dalle 18-20 ore giornaliere richieste nei casi in piena evolutività, a 10/12 ore nei casi più lievi o non più in evoluzione.

Un trattamento di 18 ore giornaliere è da considerarsi un ragionevole compromesso tra efficacia e accettabilità: 18 ore al giorno significa mezza giornata, per esempio a scuola senza corsetto, con l’obiettivo quindi di ottenere una buona compliance; tale indicazione deriva dal fatto che obbiettivo del trattamento è quello di evitarne la progressione, riducendo il discomfort causato dal corsetto e permettendo al tempo stesso la massima libertà possibile durante le attività della vita quotidiana.

Al trattamento con busto è sempre bene associare un trattamento fisico, che può essere rappresentato dalla pratica di un’attività sportiva o da una ginnastica posturale.

Trattamento chirurgico

Il trattamento chirurgico viene riservato a quei casi di particolare gravità, caratterizzati cioè da un valore angolare della curva >40° Cobb, importante difetto estetico, marcata evolutività, deficit respiratori.

Le moderne tecniche, basate sull’uso di viti peduncolari e barre in titanio e su manovre correttive di derotazione, permettono oggi di “aggredire” e correggere anche curve molto gravi per via unicamente posteriore, ottenendo ottimi risultati sia sul piano clinico che radiografico, permettendo una precoce mobilizzazione del paziente (statica e deambulazione dopo circa 4 giorni dall’intervento, ritorno a casa dopo 7-10 giorni) ed un ritorno in tempi rapidi anche all’attività sportiva (nuoto dopo circa 40 giorni, attività sportive di contrasto dopo 6 mesi).

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