spot_imgspot_img

Revisione protesi di ginocchio mobilizzata: come funziona

L’impianto di protesi di ginocchio è un intervento piuttosto frequente e che nella stragrande percentuali di casi, riesce a garantire una buona funzionalità dell’arto e riacquistare per il paziente una soddisfacente qualità di vita per tempi piuttosto lunghi. L’aumento della vita media rende però più frequente anche la necessità di dover procedere a una sostituzione della protesi che, dopo un certo numero di anni, va incontro a un deterioramento soprattutto di una delle componenti: il polietilene.

La revisione di protesi si impone, ovviamente, anche nei casi in cui  si verifica una mobilizzazione asettica delle componenti metalliche  e purtroppo anche quando la causa è un’infezione protesica.

Infine ricordiamo le fratture che vanno ad interessare la zona ossea vicino alla protesi.

Come procede il chirurgo che si trova di fronte queste eventualità?

Naturalmente ogni intervento si fonda su una precisa diagnosi resa possibile da esami radiografici , ematici e a volte del liquido articolare; da non dimenticare la scintigrafia trifasica ed ev con leucociti marcati.

Gli esami ci consentiranno di effettuare l’intervento richiesto: semplice sostituzione del polietilene in caso di usura, sostituzione totale della protesi in caso di mobilizzazione asettica, interventi ancora più impegnativi per i casi di infezione.

Le revisioni di protesi del ginocchio sono considerati interventi particolarmente invasivi?

Se una protesi di primo impianto viene considerato intervento primario in ortopedia, le revisioni sicuramente rappresentano interventi ancora più impegnativi  che devono essere effettuati da ortopedici che hanno una buona conoscenza di tali interventi. Prima di procedere all’intervento, i pazienti vengono infatti sottoposti ad esami preoperatori  molto approfonditi  visti gli impegnativi interventi

In base a quali fattori viene fatta la scelta dell’impianto protesico di revisione del ginocchio?

Quando il chirurgo si trova di fronte ad una mobilizzazione semplice della protesi, dopo aver attentamente valutato la tenuta delle componenti legamentose periferiche procederà con una normale protesi di revisione; se invece è presente oltre  la mobilizzazione delle componenti  una lassità legamentosa sarà necessaria una protesi molto più impegnativa e vincolata.

Infine bisogna ricordare necessariamente le infezioni e le perdite di osso ;queste situazioni necessitano di interventi ancora più impegnativi per il paziente e il chirurgo che dovrà utilizzare protesi ancora più complesse

Come si interviene quando ci si trova di fronte a una mobilizzazione importante della protesi del ginocchio?

Quando il chirurgo ortopedico si trova a dover risolvere un caso di importante instabilità protesica conseguente a dei legamenti deficitari, la scelta elettiva, solitamente, prevede la sostituzione del primo impianto con un particolare tipo di protesi che viene definita vincolata.

In caso di notevoli perdite di osso devono essere impiantate protesi di revisione molto complesse che oltre a ridare la stabilità grazie al vincolo intrinseco, devono recuperare anche le perdite di osso.

Infine per le infezioni bisogna prevedere in genere due interventi; il primo per rimuovere la protesi e impiantare spaziatore cementato. Dopo circa 2/3 mesi verrà impiantata la protesi definitiva.

Quali sono le caratteristiche di questa protesi?

La protesi vincolata, grazie a una raffinato meccanismo di stabilizzazione interna, in altre parole una sorta di perno (detto, appunto, vincolo), rende impossibile la lussazione dell’arto che potrebbe subentrare come conseguenza di un cattivo stato dei legamenti collaterali. Il loro ruolo, quando sono ben conservati, è infatti proprio quello di stabilizzare l’articolazione.

Come funziona questo perno centrale?

Il suo compito è quello di guidare i movimenti. Il perno unisce fra loro la componente della tibia con quella del femore e, in questo modo, riesce ad annullare il deficit dei legamenti del ginocchio.

Oltre a quello già citato, possono esserci anche altri problemi quando ci si trova a dover affrontare una revisione di protesi del ginocchio?

Il chirurgo ortopedico può trovarsi di fronte anche a casi in cui si riscontra un perdita di osso dovuto ad distruzione da usura o da infezione.

Come si procede in questo caso?

Solitamente si ricorre a chiglie tibiali e femorali e a perni interni modulari e piuttosto lunghi (a volte anche cementate)  che vengono ancorati all’osso tibiale e femorale utilizzando le parti ossee rimaste in buone condizioni.

spot_imgspot_img

Potrebbe interessarti anche...

Ultimi Articoli Inseriti