Benché i pazienti, solitamente, manifestino molti dubbi sulla necessità dell’operazione, i chirurghi ortopedici si trovano con grande frequenza a dover trattare una delle più diffuse patologie del piede: l’alluce valgo.
Di cosa si tratta?
L’alluce valgo non è altro che una deformazione dello stesso che risulta deviato verso l’esterno del piede. Qualche volta anche la seconda falange risulta interessata dal valgismo e le cause in grado di condurre a questa deformità possono essere complesse e molteplici. Un piede piatto, per esempio, può favorire l’insorgere dell’alluce valgo.
Questa teoria è ormai universalmente accettata e, a suo sostegno, rimane la constatazione che quando, cosa non rara, l’alluce valgo si manifesta nei bambini con piede piatto, una risoluzione precoce del piattismo (pronazione del retropiede) porta anche a una certa remissione del valgismo dell’alluce.
Quasi sempre questa patologia tende ad evolvere nel tempo peggiorando e andando a interessare anche le dita vicine all’alluce, che possono andare incontro a deformità.
La metatarsalgia invalidante, per esempio, rappresenta una delle più tipiche e frequenti conseguenze dell’alluce valgo. Malgrado deformità a volte anche piuttosto accentuate, il valgismo dell’alluce può anche non provocare dolore.
Quando si manifesta e quali sono i sintomi
Non di rado i pazienti sofferenti di alluce valgo prendono la decisione di rivolgersi a un ortopedico quando le altre dita del piede vengono coinvolte. Naturalmente gli specialisti concordano nel sottolineare quanto potrebbe rivelarsi importante ricorrere tempestivamente al loro aiuto senza aspettare che si manifestino queste complicanze.
I trattamenti da valutare
Il valgismo dell’alluce, a seconda della sua entità e dell’età in cui si manifesta, può essere corretto utilizzando diverse tecniche più o meno invasive.
Nelle fasi iniziali della patologia, per esempio, l’osteotomia metatarsale risulta meno invasiva e dà risultati migliori e soddisfacenti. Il dolore post operatorio così temuto dai pazienti ormai non rimane che una leggenda e le attuali tecniche chirurgiche, sempre meno traumatiche, consentono un rapido recupero e una ridottissima sintomatologia nel periodo post operatorio.
Già a partire dal giorno successivo all’intervento, il paziente, adottando una specifica calzatura, è in grado di camminare. Una corretta fisioterapia di mobilizzazione dell’alluce viene avviata dopo 15 giorni di distanza dall’intervento ed è seguita da massaggi linfodrenanti e da magnetoterapia. Le osteotomie metatarsali sono interventi che vengono eseguiti con notevole frequenza e che, solitamente, non presentano particolari problemi di tipo tecnico.
Fra i vari metodi di osteotomie distali quella forse maggiormente utilizzata dai chirurghi ortopedici è la tecnica di Austin. Questa prevede un’incisione di circa 3 cm A livello della testa del primo metatarsale, l’osteotomia della stessa e la stabilizzazione con una millimetrica vite cannulata in titanio che solitamente non viene rimossa.
I chirurghi più esperti hanno apportato modifiche a questo tipo di procedura fino ad arrivare ad utilizzare tecniche personali.